Walter Pedullà, Giro di vita. Manni Editori, maggio 2011

Materiali per l’autobiografia di un critico letterario


Invitato a rilasciare un’intervista sulla critica letteraria, Pedullà ha deciso di farsela da sé, per essere più libero di sconfinare da un’epoca all’altra (dal fascismo dell’infanzia alla società del benessere), da un tema all’altro (disoccupazione, alienazione e crisi permanente), da una corrente all’altra (dal neorealismo alla tradizione del nuovo, dal neosperimentalismo al postmoderno), da uno scrittore all’altro (che sia Gadda o Palazzeschi, Pasolini o D’Arrigo, Calvino o Zanzotto, Malerba o Manganelli). Più di cinquant’anni di critica militante, oltre mezzo secolo di insegnamento universitario, una trentina di opere, migliaia di articoli, non meno di cinquanta saggi, una storia letteraria e una collana di classici. Questa autobiografia poco privata non narra la vita di Pedullà: solo quella che  filtra dal ricordo dei familiari, della sua terra, della molto laboriosa giovinezza. Semmai è un racconto di sé per interposta persona, che sia il maestro Debenedetti o l’amico Pagliarani. È un’autobiografia “plurale”, biografia essenziale di una generazione di intellettuali che hanno lottato per rendere più moderno e libero il nostro Paese. Lo si può  fare anche attraverso la critica militante, il genere letterario che più assomiglia alla vita.