Francesco Aprile, Manifesto (vispo, artist’s book)
Ed. Postfluxuspostbooklet, nr. 100
first limited edition of 50 copies
Printed by Postfluxpost, Luc Fierens, Weerde - Belgium, wwww.vansebroeck.be
Settembre 2013

Per le edizioni Postfluxuspostbooklet, Belgio, del poeta verbo-visivo Luc Fierens, esce il numero 100 dei postbooklet verbo-visuali, a firma di Francesco Aprile, contente opere di scrittura verbo-visiva provenienti dall'ultima produzione dell'autore, datata gennaio-luglio 2013. Opere che affrontano le tematiche socio-politiche della frammentazione psichica degli inconsci, dei linguaggi, attraverso il surplus comunicativo della massmedialità. La comunicazione interrotta. Il linguaggio frantumato, ridotto in poltiglia, è macerato. La rappresentazione visuale è al contempo espressione di macerazione del linguaggio e protesta sociale.

Accenni sulla poesia verbo-visiva, di Francesco Aprile

La parola, la sola parola, non può più dire. La cosa, il mondo. Il susseguirsi di stati di cose nella reciprocità della relazione, dell'interazionismo. Il mondo è concimato dal surplus mediale. Velocità, tempi contratti, ristretti, l'eco neummaniana rimbalza ancora nei sussulti della contemporaneità, ma è stravolta, ha voce diversa, respiro diverso. La parola incontra l'immagine, e nella visualità degli sguardi intensifica il messaggio, poiché "il contenuto di un media è sempre un altro media" (McLuhan, Gli strumenti del comunicare). Tappe fondamentali per le scritture verbo-visuali. Il "Caso" dell'ultimo Mallarmé. Il cubismo di Apollinaire. Le scritture di Dylan Thomas. Le esperienze di Anatol Stern, Vladimir Majakovskij. Carlo Belloli, l'ultimo dei futuristi, ed i suoi poemi murali, siamo nel 1943, le devastazioni della guerra hanno disarticolato il tempo, intervengono "sull'ora". Carlo Belloli e la nascita della poesia concreta. La desemantizzazione della parola, la parola che ritorna alla cosa, ha già in sé l'immagine. Dieci anni più tardi, 1953, Eugen Gomringer - Konstellationen costellations constelaciones. Ancora, il gruppo Noigandres, i fratelli De Campos e Decio Pignatari. La nascita del movimento Concretista brasiliano, nel 1956. La Neoavanguardia e le esperienze visuali di Nanni Balestrini, Antonio Porta, Patrizia Vicinelli. Il 1962, Ray Johnson e la New York Correspondence School, la nascita ufficiale della Mail Art. Il Gruppo 70, Eugenio Miccini conia il termine "Poesia Visiva". Il massmediatico, come matrice da penetrare e dalla quale attingere. La poesia visiva italiana si inserisce in maniera dialetticamente critica e trasversale nei meccanismi dei linguaggi dei new media. Il pubblicitario e lo strumento giornalistico nei vedo non vedo di Pignotti. L'ironia, critica, che sovverte lo strumento comunicativo. La poiesi al bivio fra immagine e parola si scopre mediatica e mediata, allo stesso tempo, dai modi e linguaggi della contemporaneità, attrezzati contro e con le armi del potere della società di massa, nello scavare le dinamiche della stessa. Così, secondo il canadese Marshall Mcluhan, la stampa si manifesta come "dichiarazione pittorica" ripetibile all'infinito, o - quantomeno - fino alla durata della matrice, frammentando le nostre vite psichiche in virtù di una sensibilità alienata, orientata verso un lutto dovuto alla separazione tecnica del gesto, l'immagine e il suono. Ancora. Miccini, in riferimento alla poesia visiva, parla di discorsi per immagini per ridare "un volto ai segreti dell'inconscio" (Miccini, La poesia visiva, 1964). La poesia totale di Adriano Spatola, i suoi "zeroglifici". La nuova scrittura di Ugo Carrega, ancora Carrega, i suoi "Compoms" (contrazione di Computer Poems). L'Assembling Press di Richard Kostelanetz (1972). I "Dis", le disianze di Francesco Saverio Dòdaro, le sue distanze maternali, i processi di lutto (Movimento Arte Genetica, F. S. Dòdaro, 1976). La consumazione del linguaggio, l'anonimità dell'autore, il sovvertimento dell'ordine del discorso. Le scritture asemantiche dilagano. Henry Michaux rimbalza ancora nell'etere. Bruno Munari distilla i suoi alfabeti antichi eppure nuovi, moderni. Sono solo alcune delle tappe, delle esperienze fondanti e fondamentali. Ancora. Entriamo nella transmedialità sfrenata dei linguaggi digitali. Pagine scritte e ancora da scrivere.