Parlare di Maria Serena Camboa come avvocato cassazionista, probabilmente per molti sarà più facile che inquadrarla nella veste di scrittrice. Chi, però, ha avuto il piacere di leggere il suo romanzo L’avvocato del re (Lupo Editore), avrà scoperto in questa giovane professionista una non comune capacità narrativa. Una vicenda dalle tinte fosche in stile legal thriller all’italiana quella uscita dalla sua fantasia, resa ancora più avvincente dall’ambientazione nella provincia leccese, un giallo dal finale a sorpresa e un alter ego non proprio tanto celato con la protagonista del romanzo, Martina Borghesi, giovane avvocato e donna dalla spiccata intelligenza, la cui carriera trova nel misterioso delitto di Cinzia, commesso in un non precisato paese del Salento leccese, lo spunto per prendere lo slancio verso alte vette. A far da contorno alla storia, una campagna elettorale in corso, le ambizioni di due uomini alla poltrona di sindaco e il rampollo di una famiglia nobile, il duca Teodorico Fuortes, uomo brillante e “intoccabile”. E poi il finale, scelto tra quelli “ad effetto” per lasciare il lettore senza fiato. L’ideale, insomma, per condire con l’ingrediente dell’interesse le pagine di questo romanzo. È una scrittura scorrevole quella di Maria Serena Camboa, ma assolutamente non “acerba”. È semmai avvincente, ben curata nella ricostruzione dei luoghi e della psiche dei personaggi. Più che apprezzabile la scelta di ambientare la vicenda nella sua terra, della quale l’autrice sa trasmettere le essenze senza però svelare i luoghi dove le situazioni hanno il loro teatro. In un’epoca in cui tutti si scoprono scrittori, in cui sembra che basti avere una storia per la testa per trasformarla in un romanzo, Maria Serena Camboa sa ancora stupire il lettore con una storia “vera”, dove personaggi “reali” animano una vicenda che è frutto di vita vissuta nelle aule di tribunale da parte della giovane avvocato e scrittrice, la cui penna è in grado di dimostrare una vena letteraria e narrativa di non poco conto, che non si esaurirà certamente in quest’opera prima.