Stefano Delacroix è stato definito lo “scrittore con la chitarra” per via delle sue passioni: la musica e la scrittura. Il nome artistico del giovane tarantino suggeritogli da una zingara incontrata per caso durante un viaggio è la firma dei suoi dischi e dei libri che tanto successo stanno riscuotendo. Nonostante si tratti di due mondi differenti ma autentici si trova un punto d’incontro nell’immaginario dell’artista in grado di sorprendere con dei lavori eccellenti dove molte canzoni ritornano fra le pagine dei suoi testi. Stefano Delacroix, figlio di genitori leccesi, è nato nel 1966 e lavora in un istituto bancario del capoluogo ionico ma alla sua professione accosta altri interessi come il rock che suona insieme alla sua band, la letteratura pulp, gotica e nera e la scrittura dove dimostra le sue doti. La straordinarietà della trama delle otto storie che impreziosiscono la seconda edizione di “Il sesto e altri racconti”, pubblicato da Lupo Editore, ha inaugurato la nuova collana “Incipio” della prolifera casa editrice copertinese che già nel 2008 aveva curato la prima versione del testo. La ristampa è arricchita da un bonus track e appartiene a un genere di lettura d’intrattenimento che invita il lettore a riflettere. Nel noir i racconti si fondano in un intrigante dubbio psicologico che destabilizza i personaggi i quali sfiorano la follia. La peculiarità del genere prediletto del cantautore-scrittore consiste nel vivere il noir come una sensazione che gli consente di scrivere creando delle divagazioni mentali dove predomina a volte l’irrazionale. In un’atmosfera claustrofobica l’autore narra di protagonisti che sono antieroi, che vivono l’amore come un sentimento estremo in grado di abolire un mondo esterno e un mondo interno, il tempo esiste solo nello scorrere delle pagine che creano molta suspence percependo flebilmente il passato. La prefazione del libro è curata da Michelangelo Zizzi che introduce la lettura di un noir psicotropo dove “la follia è una distrazione della percezione” e si alterna un continuo percepire fra ciò che è reale e ciò che non lo è. I riferimenti alla fisica quantistica, un altro interesse di Stefano Delacroix, generano una situazione surreale che rapisce il lettore attraverso l’immagine inarrivabile dell’universo con i suoi intimi segreti.