
Sotto forma di diario ma rilevante come un documento storico è il testo “Vista d’interni” nel quale Perrone ricostruisce il suo percorso esistenziale raccontando delle prime partite di droga che giungevano nel sud e di come i ragazzi cadevano nel girone infernale della tossicodipendenza; delle rapine, del racket e del gioco d’azzardo. Così attraverso i ricordi si ricompone un capitolo di un passato sottovalutato a causa di una solidarietà omertosa, ma che oggi a distanza di anni si può ricostruire e delineare in tutti i suoi passaggi più cruenti. Il libro così come il film invita alla riflessione su alcuni importanti e attualissimi argomenti: la tragica condizione dei detenuti costretti a vivere in strutture sovraffollate e sull’ergastolo ostativo, una condanna ritenuta da molti incivile e inumana, definita da Giovanni Paolo II “una ritorsione sociale” in grado di annichilire la speranza del condannato che trova solo mortificazione.

di Paola Bisconti