Buio, macchia di inchiostro nero senza contorni.
Una fragorosa risata squarcia la tela del silenzio. Apro gli occhi e dal soffitto vengono giù schegge di luce, vorticano nell’aria rarefatta e poi fiacche giacciono al suolo come tizzoni ancora incandescenti. Salgono effluvi di colore, per dare un volto a tutto ciò che mi circonda.
S’odono ora scaffalature crepitanti, ricovero di stonati tarli; poi un respiro profondo, due, e finalmente un tonfo, seguito da un inquietante gracidare di artritiche pagine; un attimo di quiete e subito dopo un urlo di dolore, che lentamente sfuma nel silenzio.
Ripesco dalle mie putride interiora quella risata che prima avevo inavvertitamente inghiottito, preso com’ero dalla fobia
Il diciottesimo suono, di Francesco Pasca
Il dicioTTesimo suono
per storici che non sono la Storia
Della LIV Biennale.
Fate
fitto lo spazio
Fate
fitta la stanza
Fate
spartito di scritto.
Fate
spazio di stazza.
Fate e qui state
Del poi
tanto
In un’afosa giornata, all’ombra di un grande baobab, mentre Santi stava pescando tranquillamente sulla riva del fiume Lake, gli si avvicinò silenziosamente il suo caro amico Josè. Il ragazzo si sedette a fianco del vecchio pescatore e con lo sguardo immerso fra i suoi pensieri iniziò a fissare il lago e i pesci che lì ci sguazzano.
Santi non prestava tanta attenzione alla taciturna presenza del giovane e continuava nella sua opera di venerazione della Dea
i belle and sebastian oggi sussurrano lo stereo. è triste se pensa al giorno fuori che non può correggere il suo corso e spegnersi prima d'arrivare. è triste se pensa e non ha altro a cui pensare. si veste svogliatamente. in maniera disordinata. è come se i suoi abiti fossero acquisti letti da una lista della spesa_ ed afferrati in fretta al supermercato_ e gettati alla rinfusa addosso al proprio corpo, come fosse un carrello vuoto da riempire. e gettati addosso
Syd Barrett aveva una stanza a sé. Colori attorno. In manciate. Mucchi. Le note. Syd Barrett ha disegnato bagliori, intuitivi riflessi. A metà fra uno spaccato psichedelico barrettiano, una casa chiusa di parole dove l'orgia delle impressioni comprime il suono. Nel condensato spazio della riflessione. Amo l'intuito che ha in sé la parola intuizione. Perché in essa vive un attento esame della parola vita. Intuitivi riflessi, uno spaccato barrettiano di