
Marzo 2009, intervista ai Marylame
D. – Come si chiamerà il vostro nuovo lavoro?
R. – Si chiamerà “Come ti vorrei” ed è basato su tutto quello che è stato il nostro percorso musicale da un anno fa, con l’Ep d’esordio, “a_rebours”, ad oggi.
D. – Quindi c’è una continuità, anche di stile e contenuti, fra questi due Ep?
R. – Continuità, stilistica o formale non tanto, quanto nella crescita. Questo, l’abbiamo voluto indicare anche nel nome, “Come ti vorrei” è quello che la gente attorno a noi si aspetta.
D. – Influenze musicali?
R. – The Strokes. Ma, diciamo, che abbiamo voluto girare un po’ attorno agli stili, arrivando a provare qualcosa di molto vicino ai Sigur Ròs, Explosion in the Sky. Al momento la nostra scelta si basa su un qualcosa di molto più diretto, in modo da render chiaro subito ogni pezzo, senza starci a pensare. È per questo che ora stilisticamente siamo cambiati, avvicinandoci di più all’indie come The Strokes, Editors e tutto quel filone. C’è una frase di Peter Heskin che racchiude quello che stiamo facendo ed è “l’essenziale come punto di arrivo”.
D. – Quando uscirà il nuovo Ep? [da tener presente che l’intervista si è svolta a marzo, prima dell’uscita dell’Ep]
R. – Diciamo ad aprile.
D. – Prossimi progetti?
R. – Siamo stati selezionati per il Music Village a cui parteciperemo a settembre e quello sarà, sicuramente, un ottimo palcoscenico su cui portare tutto quello che abbiamo fatto fin’ora.
D. – Cosa pensate della scena musicale del Salento?
R. – Qui nel Salento la scena musicale è diventata un po’ omologata, un circolo chiuso basato solo su pochi generi per poche persone e sugli stessi gruppi che suonano in posti diversi. Inoltre, quello che impedisce a noi, come a tanti altri gruppi, di crescere è, diciamo, la piaga, diciamo piaga anche se poi sono cose divertenti, delle cover band. Si basa il lavoro su cose già prestabilite, esistenti, e non si azzarda niente. È giusto passare anche dalle cover, perché permettono di scoprire artisti che potrebbero ispirarti, consentono di ampliare il pubblico, catturare l’attenzione, ed è per questo che anche noi nella nostra scaletta abbiamo delle cover, i gruppi cover è bello che ci siano, ma non che dominino l’intera scena musicale. Ora come ora, noi, suoniamo per noi stessi e per il piacere di suonare.
Biografia del gruppo:
I Marylame nascono ufficialmente nel febbraio 2008 quando Antonio (voce) e Francesco (batteria) incontrano Stefano (chitarra). Reduci da precedenti esperienze mettono insieme le loro visioni musicali ed iniziano da subito a comporre i primi pezzi. Il risultato di questo lavoro di sintesi di suoni ed esperienze è il primo Ep autoprodotto, uscito nell'aprile del 2008, dal titolo "a_rebours". In seguito si esibiscono in svariati locali della provincia (Road 66, Ezekiel, Jack'n Jill, El Rojo per citarne alcuni) e partecipano al Gondar Contest ed al "Rock from the stars". Sono stati ospiti di "Radio for myspacer" e "Radio Mambassa".
Nell'aprile 2009 pubblicano il loro nuovo Ep, "Come ti vorrei".
Lo space del gruppo: http://www.myspace.com/marylame
"Come ti vorrei" - recensione Ep
Partiti nel 2008 da un pop ancora acerbo, i Marylame arrivano nel loro 2009 con un sound meglio amalgamato ed un nuovo Ep che li porta a maturazione. "Come ti vorrei" si trascina dietro i germi delle chitarre fluide e coinvolgenti di frusciantiana memoria, lo sdoganamento delle parole e la dolce ricerca dell'azzardo che la giovane età del gruppo arricchisce ulteriormente. "Sangue blu" e "Le scelte di Marco" si caratterizzano per l'influenza artistica, meno stridula e graffiante, di gruppi come The Strokes accompagnata da un cantato in italiano che sibila, attraverso i suoni delle chitarre, una vena malinconica propria di un sogno spezzato dal risveglio. A leggere "vena malinconica", però, si rischia di cadere nell'errore. Fra il 2008 ed il 2009 la scena musicale italiana non ha fatto altro che proporre i canoni degli anni zero. Chi con merito, chi meno. "Sangue blu" ad una lettura delle parole, "provare ad indossare vestitini che non vuoi" o "che già sei", sembra riportarsi su quella scia salvo, poi, uscirne fuori in maniera diversa, velando la malinconia, attraverso i suoni delle chitarre ed il generale sound del gruppo, che evita il corrodersi logorroico degli anni zero, sfuggendo ad una condizione claustrofobica della musica, riempiendola con un'atmosfera sognante, ricerca di speranza per uno sguardo diverso sulle cose, le situazioni. "Dolce come il fiele", getta lo sguardo oltre, su quello che potrebbe essere un nuovo percorso per la band. È l'azzardo di un "girare attorno ai generi", strizza l'occhio ad un post rock stile Sigur Ròs.
Francesco Aprile