PROGRAMMA DI DOMENICA 18 APRILE 2010
Domenica 18 all’alba, lo sparo di fragorosi fuochi pirotecnici annunciano l’importante giorno di festa. Dalle 7 in tutte le chiese vengono celebrate Messe Solenni, mentre in mattinata ha luogo la “260° Fera te la Nunziata”. Istituita a metà del settecento da Carlo III° di Borbone, la fiera-mercato viene classificata su antichi documenti “di notevole importanza” ed è specializzata per gli attrezzi agricoli e casalinghi, ma anche per i volatili da cortile. Gli animali maggiormente scambiati sono i pulcini. Più di trecento espositori, provenienti da tutto il Sud Italia metteranno in vendita le loro mercanzie. Dalla 8 fino a sera, in via Principe di Piemonte, l’Associazione Ekagra organizza “Arte in Strada”, mercatino dell’antiquariato, artigianato ed enogastronomia salentina con l’animazione dei gruppi bandistici. Contemporaneamente si svolge “Interior” mostra concorso fotografico e l’Itinerario dei Sensi, un gustoso percorso nel circuito della festa. Alle 9 prende via il raduno d’auto e moto d’epoca con esposizione fino a tarda serata ed annesso mercatino di scambio. Nell’arco della giornata prestano servizio i concerti bandistici Città di Racale e Città di Francavilla Fontana. Alle 11 presso la Chiesa Matrice viene celebrata una Messa per tutti gli emigranti tugliesi mentre alle 12, come antichissima tradizione vuole, la processione per le vie del centro storico con il simulacro della Madonna e subito dopo la benedizione dei campi che avviene in aperta campagna tra i maestosi ulivi secolari, alla quale partecipano tutti i contadini e gli artigiani tugliesi. Alle 13.30 tutti con gli occhi rivolti al cielo, per assistere alla grandiosa gara pirotecnica che vede sfidare prestigiose ditte nazionali. Alle 19 solenne celebrazione eucaristia mentre in Piazza Garibaldi, esibizione dei concerti bandistici.
TUGLIE E LA VERGINE ANNUNZIATA, FEDE E TRADIZIONE
“Vergine te la Nunziata de Tuje, ricordate te me comu l'Eternu Patre se ricurdau Te. Te mandu l'Angelu Gabrieli cu Te saluta cu l'Ave Maria: io 'nchinu la capu e dicu Matre mia, Maria Nunziata ricordate te l'anima mia”. La recitano i fedeli giungendo a Tuglie a piedi dai paesi vicini, quest’antica preghiera, per rendere onore all’Annunziata, nei giorni in cui la città si veste a festa con ricchi e suntuosi festeggiamenti religiosi e civili. L’Annunziata di Tuglie ha un suo fascino particolare perché è la prima festa patronale di primavera ed una delle più importanti per la sua storia centenaria. L’origine si ritiene databile intorno al 1750, quando furono completati i lavori di costruzione dell’attuale chiesa e la stessa fu dotata di arredi e statue, compresa quella della patrona. Quando arriva la festa i tugliesi si fermano, giungono gli emigranti e gli studenti ritornano dalle loro città di studio. Tutto il paese converge verso il centro storico, unico palcoscenico illuminato da parature imponenti, più di un chilometro di gallerie con frontoni alti più di venticinque metri. A rallegrar ancor di più lo scenario sono le colorate bancarelle con i loro simpatici venditori e i profumi inebrianti della “cupeta”, della “scapece”, delle “nuceddre” e degli “zozzi”. La festa dell’Annunziata è anche la prima occasione ufficiale per gustare la “banana con panna”, gelato a forma di banana al gusto di fiordilatte e cioccolato, arricchito di meringa all'italiana e granella di mandorle tostate. La banana gelato va gustata dopo aver partecipato ad una funzione religiosa in onore della Madonna.
STORIA DEL CULTO
Due comunità d’Italia, Tuglie e Sulmona (Aq), distanti chilometri e chilometri, sono legate da colui che venerò tanto la Vergine Annunziata, da farla diventare la nostra protettrice. La devozione è antichissima perché risale a oltre sette secoli fa: fu Almerico Mantodragone, un cavaliere di Sulmona che da giovane era stato posto sotto la protezione della Annunziata, patrona del suo paese, della quale era diventato un fervente devoto. Ottenute le insegne di cavaliere, egli aveva fatto effigiare la Madonna sulla sua corazza, sul cimiero, sullo scudo e così armato, al servizio di Carlo d’Angiò, era partito per le Crociate, combattendo valorosamente sotto le mura di Gerusalemme, insieme a Riccardo Cuor di Leone. Per i meriti conseguiti, Carlo d’Angiò lo nominò “visore” di tutta la Puglia e Signore del Casale di Tuglie, incarico, questo che lo rese particolarmente lieto perché poteva finalmente coronare un sogno: far conoscere la magnificenza dell’Annunziata e farla venerare in un altro paese lontano dalla sua Sulmona. Egli giunse così nella nostra Tuglie senza soldati, senza armi, senza ricchezza e così si presentò ai nostri antenati i quali, con grande fervore, accettarono la devozione per la Vergine che da quel momento divenne patrona del nostro paese. Gli anni passano e quel casale, diventa sempre più grande, così come l’amore smisurato nei confronti “te la Nunziata” che si concretizza in una vera e propria festa patronale, la cui origine si ritiene databile intorno al 1750, quando terminarono i lavori di costruzione della nostra matrice. Come la devozione era intensa anche la fiera, istituita a metà del ‘700 da Carlo III° di Borbone abbinata ai festeggiamenti della Protettrice, era classificata “di notevole importanza” soprattutto per gli attrezzi agricoli e casalinghi, ma particolarmente per i volatili da cortile.

TUGLIE E LA VERGINE ANNUNZIATA, FEDE E TRADIZIONE

STORIA DEL CULTO
Due comunità d’Italia, Tuglie e Sulmona (Aq), distanti chilometri e chilometri, sono legate da colui che venerò tanto la Vergine Annunziata, da farla diventare la nostra protettrice. La devozione è antichissima perché risale a oltre sette secoli fa: fu Almerico Mantodragone, un cavaliere di Sulmona che da giovane era stato posto sotto la protezione della Annunziata, patrona del suo paese, della quale era diventato un fervente devoto. Ottenute le insegne di cavaliere, egli aveva fatto effigiare la Madonna sulla sua corazza, sul cimiero, sullo scudo e così armato, al servizio di Carlo d’Angiò, era partito per le Crociate, combattendo valorosamente sotto le mura di Gerusalemme, insieme a Riccardo Cuor di Leone. Per i meriti conseguiti, Carlo d’Angiò lo nominò “visore” di tutta la Puglia e Signore del Casale di Tuglie, incarico, questo che lo rese particolarmente lieto perché poteva finalmente coronare un sogno: far conoscere la magnificenza dell’Annunziata e farla venerare in un altro paese lontano dalla sua Sulmona. Egli giunse così nella nostra Tuglie senza soldati, senza armi, senza ricchezza e così si presentò ai nostri antenati i quali, con grande fervore, accettarono la devozione per la Vergine che da quel momento divenne patrona del nostro paese. Gli anni passano e quel casale, diventa sempre più grande, così come l’amore smisurato nei confronti “te la Nunziata” che si concretizza in una vera e propria festa patronale, la cui origine si ritiene databile intorno al 1750, quando terminarono i lavori di costruzione della nostra matrice. Come la devozione era intensa anche la fiera, istituita a metà del ‘700 da Carlo III° di Borbone abbinata ai festeggiamenti della Protettrice, era classificata “di notevole importanza” soprattutto per gli attrezzi agricoli e casalinghi, ma particolarmente per i volatili da cortile.