Continua con straordinario successo il tour di presentazione de “Il sigillo del marchese”, Lupo Editore, il nuovo libro di Giuseppe Pascali. Dopo l’appuntamento dell’8 novembre svoltosi nella suggestiva cornice della Tipografia del Commercio di Lecce, venerdì 15 si terrà un nuovo incontro presso la Biblioteca Comunale di Leverano. Alle ore 19:00 i saluti dei sindaci di Leverano, avv. Giovanni Zecca, e di Cavallino, avv. Michele Lombardi, introdurranno l’appuntamento che rientra nell’ambito della rassegna culturale “Parola d’autore”. Seguirà poi un dialogo con l’autore coordinato dai giornalisti Paola Bisconti e Alessandro Stajano che insieme approfondiranno gli aspetti più interessanti di un bellissimo romanzo di cui riportiamo l’incipit per gli appassionati lettori di “Salento in linea”:
 
 
 
 
 
Caballino, castello dei Castromediano, 31 luglio 1637
<<SIGNOR MARCHESE…SIGNORE, MI ASCOLTATE?>>.
Cordulo chiamava il suo padrone cercando di non turbarne l’intimità dei pensieri, ma don Francesco Castromediano sembrava non udirlo. In piedi, davanti alla finestra del salone delle rappresentanze del suo castello, affacciata sullo slargo del borgo, guardava distrattamente fuori, i pensieri rivolti alla giovane moglie morente. Le braccia stese lungo il corpo, i pugni serrati e i denti stretti in atteggiamento di rabbia, don Francesco non riusciva a darsi pace. Lui, che era stato Capitano nell’esercito di re Filippo IV di Spagna, valoroso in battaglia e invitto nei tornei e nelle giostre di Lecce, Gallipoli, Conversano e Bari, era obbligato ad arrendersi alla malattia della consorte. Le nove gravidanze e i parti travagliati avuti in dieci anni di matrimonio avevano spossato il fisico delicato della giovane nobildonna e ora quella preziosa vita si stava lentamente spegnendo a soli ventotto anni. Francesco si chiedeva perché la sua spada nulla potesse contro il male che stava portando via la bella esistenza della marchesa Beatrice Acquaviva d’Aragona. Se solo il destino beffardo che stava per strappargli quella donna amabile, adorata dai caballinesi e compagna di dieci anni di vera felicità, avesse preso sembianze umane, lui l’avrebbe trafitto con una stoccata”.
 
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di Paola Bisconti