DOMENICA 07 MARZO, alla SVOLTA bistrot & jazz bar, Via XX Settembre, 5/A – Lecce, dalle 20.30 ingresso gratuito e buffet, spazio a Pensare Cabaret con La Democrazia del Satiro.
PENSARE “CABARET”
Non è facile oggi trovare una forma espressiva che avvolga completamente il senso del termine “Cabaret”.
Siamo probabilmente il paese (insieme all’America) che più ha radicato la satira come forma comunicativa, all’interno dello spettacolo reso dall’artista che comunica (tramite l’ironia, spesso amara…) una condizione sociale, un’incrinatura del sistema democratico, un male di vivere spesso colorato con tratti acidi e surreali.
E siamo il paese che a livello mondiale ha avuto la più creativa fucina di menti cabarettistiche, con livelli altissimi di sponda culturale (visto che un “semplice” cabarettista nostrano ha avuto l’onore di un premio Nobel…), con staffette di gusto che accompagnavano i periodi, censure di maniera più o meno incisive a seconda dei governi in auge…
Primo insuperabile esempio fu un certo Ettore Petrolini, in periodi non esattamente facili per dire ciò che si pensava, lui riuscì ad ottenere una inusuale libertà espressiva, che gli consentì di attraversare tutto il periodo oscuro fascista.
Da lì in poi è un continuo di nomi, smorfie, gag, verità irriverenti, ritratti amarissimi…
Fino a noi, fino ad oggi
E questo non è che un lieve, piacevolissimo amarcord…
“Il fine di uno scherzo non è quello di degradare l'essere umano ma di ricordargli che è già degradato.”
(George Orwell)
PENSARE “CABARET”
Non è facile oggi trovare una forma espressiva che avvolga completamente il senso del termine “Cabaret”.
Siamo probabilmente il paese (insieme all’America) che più ha radicato la satira come forma comunicativa, all’interno dello spettacolo reso dall’artista che comunica (tramite l’ironia, spesso amara…) una condizione sociale, un’incrinatura del sistema democratico, un male di vivere spesso colorato con tratti acidi e surreali.
E siamo il paese che a livello mondiale ha avuto la più creativa fucina di menti cabarettistiche, con livelli altissimi di sponda culturale (visto che un “semplice” cabarettista nostrano ha avuto l’onore di un premio Nobel…), con staffette di gusto che accompagnavano i periodi, censure di maniera più o meno incisive a seconda dei governi in auge…
Primo insuperabile esempio fu un certo Ettore Petrolini, in periodi non esattamente facili per dire ciò che si pensava, lui riuscì ad ottenere una inusuale libertà espressiva, che gli consentì di attraversare tutto il periodo oscuro fascista.
Da lì in poi è un continuo di nomi, smorfie, gag, verità irriverenti, ritratti amarissimi…
Fino a noi, fino ad oggi
E questo non è che un lieve, piacevolissimo amarcord…
“Il fine di uno scherzo non è quello di degradare l'essere umano ma di ricordargli che è già degradato.”
(George Orwell)