Arriva a Lecce la fase finale di "Roads and desires - Theatre overcomes frontiers" di Astràgali Teatro, unico progetto approvato in Italia dal "Programma Cultura 2007-2013-Cooperazione con i paesi terzi" dell'Unione Europea.
Tra luglio e agosto, infatti, il progetto svolgerà una fase importante proprio a Lecce in un tentativo di ripensare le frontiere per andare al cuore di un conflitto che è il termine Frontiera e ciò che ne consegue, in quel suo essere «linea di confine che delimita il territorio di uno stato» (Frontiera su DELI, Zanichelli).
La separazione come Frontiera-linea di confine territoriale/identitaria nella storia dei luoghi che si affacciano sul Mediterraneo necessita di una rilettura pronta a "scoperchiare" il marchingegno delle opposte fazioni, di quel prendere posizione arroccandosi lungo la linea immaginaria del proprio essere-territorio. Guerre. Lacerazioni. Ferite ancora aperte. Il dialogo del dolore che si scorre da sé fra le pieghe di una cartina lungo le separazioni territoriali, sentimentali, umane.
Nell'idea Kantiana della concezione spaziale degli Stati si assiste all'irrigidimento che è generato dal confine stesso a discapito della vita e delle sue sfaccettature, per una visione del mondo che stenta a potersi leggere, scorgere, come aperta all'incontro ed alla consapevolezza dell'umana "umanità". Avviene, così, che alla base di quel concetto che in Kant maturerà come Cosmopolitismo si debbano porre lo Stato Repubblicano ed una totale tensione delle coscienze umane volte all'essere totale accoglienza, in virtù di una sfericità della Terra che può essere vissuta, non più come luogo di violenza, ma come spazio nel quale poter affermare l'universalità di una sfericità corrispondente al circolo della ragione, sopra ogni conflitto, "giocando" su quel principio secondo cui ciò che accade in un punto lontano interessa anche le altre parti del mondo - la violazione di un diritto, infatti, offende tutti. (geofilosofia del mondo).
In questo contesto di impossibilità al riconoscimento si stagliano le Frontiere, dove gli uomini irrigiditi dall'appiattimento che il confine genera si rinchiudono nel "vessillo" Stato. Così dalla lacerazione prima, quella naturale nel passaggio e progressivo distacco dallo stato fetale all'allontamento dalla Madre "Matre", "genitrice di figli" - "origine, causa", si passa alla ferita lacera fisica o morale, della "feruta" come impossibilità al riconoscersi e causa della lacerazione "nuova" del concetto-mondo in cui le frontiere assumono i connotati di uno stadio di guerra perpetua fra Stati/Potenze.
In questo scenario si srotolano gli intenti del Progetto Roads and Desires, intrecciando percorsi artistici e vitali che hanno visto coinvolti teatri, artisti e Università tra paesi come Italia, Palestina, Giordania, Grecia, Cipro, Gran Bretagna, Francia, Spagna lungo proiezioni linguistiche culturali di concrete aperture alle esperienze dell'altro.
Nel riconoscimento gadameriano di una pluralità culturale fondata sul linguaggio.
Tappe del progetto saranno:
Venerdì 6 agosto, Lysistrata - primo studio sull'oscenità del potere, ore 21.00, a Lecce presso il Teatro Romano.
"Lo sciopero del corpo è indetto: le donne sanno di portare in loro l'unica possibile arma di pace".
Domenica 8 agosto, ore 21.00, a Frigole, sul mare, avrà luogo la presentazione dello spettacolo Persae, regia di Fabio Tolledi, che affronta le tematiche del destino messe in relazione col naufragio e, quindi, la frontiera. Dove il pianto di una donna può tramutarsi in una donna muta, nel silenzio dell'origine la ricerca di un destino affine alla tragedia, fra i percorsi tracciati dalla Hybris greca secondo cui, per Walter Benjamin, destino e carattere – poi, anche felicità - non sono da ricercarsi in ciò che l'uomo ritiene di voler o poter ottenere dalla vita, ma si trovano legati in un rapporto causale secondo cui se il carattere fosse vuoto e vuoti fossero anche gli accadimenti cosmici ci troveremmo davanti ad un destino vuoto. Da qui Benjamin ci conduce a quell'aspetto, mutuato dalla tradizione classica, per cui la felicità di un uomo non è data dalla sua innocente condotta di vita, ma dalla tentazione alla colpa. La Hybris. L'uomo diviene colpevole in virtù del diritto, in quel contesto di colpevolezza che è costretto a vivere perché nel diritto si stagliano aspetti antichi che regolavano, anche, il rapporto degli uomini con Dei e Demoni, facendo in modo che solo nella tragedia fosse possibile infrangere un destino demoniaco, rendendo l'uomo pagano, di per sé, migliore degli Dei stessi.
Lunedì 9 agosto, ore 18.30, a Lecce presso il Teatro Paisiello si terrà un Meeting internazionale attorno al tema "Le forme del comico nel Mediterraneo".
F. Aprile
2010/7/28
Tra luglio e agosto, infatti, il progetto svolgerà una fase importante proprio a Lecce in un tentativo di ripensare le frontiere per andare al cuore di un conflitto che è il termine Frontiera e ciò che ne consegue, in quel suo essere «linea di confine che delimita il territorio di uno stato» (Frontiera su DELI, Zanichelli).
La separazione come Frontiera-linea di confine territoriale/identitaria nella storia dei luoghi che si affacciano sul Mediterraneo necessita di una rilettura pronta a "scoperchiare" il marchingegno delle opposte fazioni, di quel prendere posizione arroccandosi lungo la linea immaginaria del proprio essere-territorio. Guerre. Lacerazioni. Ferite ancora aperte. Il dialogo del dolore che si scorre da sé fra le pieghe di una cartina lungo le separazioni territoriali, sentimentali, umane.
Nell'idea Kantiana della concezione spaziale degli Stati si assiste all'irrigidimento che è generato dal confine stesso a discapito della vita e delle sue sfaccettature, per una visione del mondo che stenta a potersi leggere, scorgere, come aperta all'incontro ed alla consapevolezza dell'umana "umanità". Avviene, così, che alla base di quel concetto che in Kant maturerà come Cosmopolitismo si debbano porre lo Stato Repubblicano ed una totale tensione delle coscienze umane volte all'essere totale accoglienza, in virtù di una sfericità della Terra che può essere vissuta, non più come luogo di violenza, ma come spazio nel quale poter affermare l'universalità di una sfericità corrispondente al circolo della ragione, sopra ogni conflitto, "giocando" su quel principio secondo cui ciò che accade in un punto lontano interessa anche le altre parti del mondo - la violazione di un diritto, infatti, offende tutti. (geofilosofia del mondo).
In questo contesto di impossibilità al riconoscimento si stagliano le Frontiere, dove gli uomini irrigiditi dall'appiattimento che il confine genera si rinchiudono nel "vessillo" Stato. Così dalla lacerazione prima, quella naturale nel passaggio e progressivo distacco dallo stato fetale all'allontamento dalla Madre "Matre", "genitrice di figli" - "origine, causa", si passa alla ferita lacera fisica o morale, della "feruta" come impossibilità al riconoscersi e causa della lacerazione "nuova" del concetto-mondo in cui le frontiere assumono i connotati di uno stadio di guerra perpetua fra Stati/Potenze.
In questo scenario si srotolano gli intenti del Progetto Roads and Desires, intrecciando percorsi artistici e vitali che hanno visto coinvolti teatri, artisti e Università tra paesi come Italia, Palestina, Giordania, Grecia, Cipro, Gran Bretagna, Francia, Spagna lungo proiezioni linguistiche culturali di concrete aperture alle esperienze dell'altro.
Nel riconoscimento gadameriano di una pluralità culturale fondata sul linguaggio.
Tappe del progetto saranno:
Venerdì 6 agosto, Lysistrata - primo studio sull'oscenità del potere, ore 21.00, a Lecce presso il Teatro Romano.
"Lo sciopero del corpo è indetto: le donne sanno di portare in loro l'unica possibile arma di pace".
Domenica 8 agosto, ore 21.00, a Frigole, sul mare, avrà luogo la presentazione dello spettacolo Persae, regia di Fabio Tolledi, che affronta le tematiche del destino messe in relazione col naufragio e, quindi, la frontiera. Dove il pianto di una donna può tramutarsi in una donna muta, nel silenzio dell'origine la ricerca di un destino affine alla tragedia, fra i percorsi tracciati dalla Hybris greca secondo cui, per Walter Benjamin, destino e carattere – poi, anche felicità - non sono da ricercarsi in ciò che l'uomo ritiene di voler o poter ottenere dalla vita, ma si trovano legati in un rapporto causale secondo cui se il carattere fosse vuoto e vuoti fossero anche gli accadimenti cosmici ci troveremmo davanti ad un destino vuoto. Da qui Benjamin ci conduce a quell'aspetto, mutuato dalla tradizione classica, per cui la felicità di un uomo non è data dalla sua innocente condotta di vita, ma dalla tentazione alla colpa. La Hybris. L'uomo diviene colpevole in virtù del diritto, in quel contesto di colpevolezza che è costretto a vivere perché nel diritto si stagliano aspetti antichi che regolavano, anche, il rapporto degli uomini con Dei e Demoni, facendo in modo che solo nella tragedia fosse possibile infrangere un destino demoniaco, rendendo l'uomo pagano, di per sé, migliore degli Dei stessi.
Lunedì 9 agosto, ore 18.30, a Lecce presso il Teatro Paisiello si terrà un Meeting internazionale attorno al tema "Le forme del comico nel Mediterraneo".
F. Aprile
2010/7/28