Baxta Festival Compagnia Salvatore Della Villa Città di Poggiardo Regione Puglia Sac CEA
Assessorato alla Cultura Serre Salentine
BAXTA FESTIVAL
FESTIVAL DEL TEATRO ANTICO
VASTE DI POGGIARDO
dal 25 agosto al 8 settembre 2015
Località SS. Stefani - Vaste di Poggiardo
tutti gli spettacoli avranno inizio alle ore 21.00
Direzione artistica: Salvatore Della Villa
martedì 25 agosto 2015
Teatro dei Due Mari
GIOCASTA EDIPO
con Caterina Vertova Edoardo Siravo
e con Cesare Biondolillo Valentina Enea
Testi Giocasta di Dimitra Mitta
Edipo Rielaborazione dai classici Stefano Molica
Musiche Luca Pincini
Regia Stefano Molica
Ispirato al mito di Edipo lo spettacolo ribalta completamente la trama più famosa della storia del teatro. Le figure di Edipo e di Giocasta vengono infatti rilette secondo una sensibilità moderna ed assumono un carattere e una fisionomia nuovi e innovativi. La classicità del mito deve fare i conti con la solitudine di un Edipo sperduto e delirante e con la forza, la sicurezza e la consapevolezza di una Giocasta potente e passionale.
La drammaturgia del regista Stefano Molica si concentra su un uomo e una donna. E il ribaltamento del mito è conseguenza del ribaltamento dei ruoli nella nostra società. La donna occupa sempre di più una posizione centrale e rivendica la capacità e il diritto a decidere per sé, l’uomo è smarrito, in crisi, confuso come il nostro Edipo, privato del suo potere. Non decide più né per lei né per se stesso. I luoghi del racconto diventano astratti, scarnificati, con un denominatore comune che è il letto /palcoscenico. Perché questo è il fulcro attorno al quale Giocasta ed Edipo continuano a girare: il teatro e letto sono i due luoghi in cui si ritrovano gli aspetti della vita di uguale e opposta valenza. L’interpretazione di Edoardo Siravo e di Caterina Vertova regala allo spettacolo momenti di grande intensità e costruisce due personaggi attuali e vivi più che mai.
mercoledì 26 agosto 2015
Centro Diaghilev
IL RACCONTO DI ENEA
dall’Eneide di Virgilio
con Paolo Panaro
Se si sceglie di lavorare sull’Eneide, opera scritta in una lingua morta da un poeta lontanissimo nel tempo, non lo si fa solo per un interesse nei confronti del passato o per amore verso la preziosa bellezza della poesia antica, ma, soprattutto, perché questo poema racconta, con straordinarie parole e sorprendenti architetture narrative, la storia di un uomo. Enea, dopo aver subìto un grave danno, tenta disperatamente di rifarsi un’esistenza intraprendendo un viaggio per un altrove incerto, ostile, abitato da uomini, dèi e destini diversi. Lo spettacolo, in una versione in endecasillabi del testo (ispirata alle traduzioni di Cetrangolo, Canali, Calzecchi Onesti, Vivaldi e Annibal Caro) e attraverso la tecnica teatrale della narrazione scenica, cerca di stabilire un contatto diretto e attuale con la vicenda umana di Enea, con l’infelice Didone, con il rassegnato Anchise, con i sentimenti assoluti che pervadono i versi di Virgilio e che parlano della vita dell’uomo di ogni tempo: l’odio, l’amore, i legami familiari, il senso di appartenenza a una patria. Una violenta tempesta travolge le navi dei profughi troiani che naufragano sulle coste africane. Enea esplora quei lidi e scopre che è giunto a Cartagine, in Africa, nelle terre della regina Didone. Enea racconta della caduta di Troia e del suo viaggio alla ricerca dell’Italia, a lui promessa dagli oracoli. Didone si innamora di Enea e i due trascorrono un intero inverno insieme. Ma gli dèi sollecitano il troiano a riprendere il viaggio e ad affrontare il suo destino: così Enea segretamente si prepara a fuggire. La regina, disperata, lo maledice e si toglie la vita. I troiani sbarcano a Cuma ed Enea si mette alla ricerca della Sibilla; in sua compagnia scende nell’Oltretomba, dove, nei Campi Elisi, incontra l’ombra di suo padre. Laggiù, Anchise mostra al figlio le anime di alcuni loro discendenti, prossime alla reincarnazione, che fonderanno la città di Roma.
venerdì 28 agosto 2015
Teatro Belli
IL SOGNO DI IPAZIA
con Francesca Bianco
di Massimo Vincenzi
Voce Fuori Campo Stefano Molinari
Musiche Francesco Verdinelli
Regia Carlo Emilio Lerici
Lo spettacolo ripercorre la storia di Ipazia, filosofa astronoma e matematica pagana vissuta ad Alessandria d’Egitto a cavallo tra 300 e 400, donna-simbolo per generazioni di donne, amatissima dal pensiero femminista non solo per essere stata una delle migliori eredi del platonismo, scienziata di argute invenzioni, ma soprattutto per aver incarnato libertà e autonomia di pensiero in forme –possiamo dire oggi- moderne. Ma proprio per questo fu perseguitata e uccisa dai cristiani e per questo è diventata una figura simbolo nella cultura umanista e libertaria di tutti i tempi, da Voltaire in poi, protagonista di studi, riflessioni, opere d’arte, film. In scena è la sola Francesca Bianco, da oltre vent'anni protagonista sulle scene italiane, la cui interpretazione di Ipazia ha suscitato un consenso e un plauso unanime.
“Immaginate un tempo quando il più importante matematico e astronomo vivente era una donna. Immaginate che abbia vissuto in una città così turbolenta e problematica come sono oggi Beirut o Baghdad. Immaginate che questa donna abbia raggiunto la fama non solo nel suo campo, ma anche come filosofo e pensatore religioso, capace di attrarre un largo numero di seguaci.
Immaginatela come una vergine martire ma non per la sua Cristianità, ma da parte dei Cristiani perché non era una di loro.
E immaginate che il colpevole della sua morte sia stato accolto tra i santi più onorati e significativi della Cristianità.
Non avremmo dovuto sentirne parlare?
La sua vita non avrebbe dovuto essere nota a tutti?
Avrebbe dovuto essere così, ma così non è stato.”
lunedì 31 agosto 2015
L'UOMO CHE GUARDAVA IL MARE
tributo a Gino Pisanò
ingresso gratuito
mercoledì 2 settembre 2015
Compagnia Salvatore Della Villa
CALIGOLA
di Albert Camus
con Salvatore Della Villa, Carla De Girolamo, Alessio Caruso
Maria Margherita Manco, Lele D. Stifler, Andrea Simonetti
Piergiorgio Martena, Angelo Longo, Domenico Carusi
Dante Lombardo, Alessandro Zezza, Carmine De Giorgi
e con Debora Celentano, Emanuela Orru, Laura Joana Mihai
Musiche originali e sonorizzazione Gianluigi Antonaci
Movimenti coreografici Enza Curto
Visual Designer Hermes Mangialardo
Video di scena David Melani Giuseppe Pezzulla
Scenografo costruttore Piero Cafiero
Costumi Elena Cretì Claudia Cenere
Realizzazione costumi Staff Degas
Tecnica Delta Service
Graphic designer Linda Rizzo
Addetta stampa Leda Cesari
Consulenza artistica Gianfranco Protopapa
Organizzazione Sara Perrone
Adattamento e Regia Salvatore Della Villa
Caligola è la tragedia dell’uomo che si ripete nel tempo. Nulla poteva avere più senso dopo la morte di Drusilla, sorella e amante, dopo l’abbandono prematuro della sua amata, grazie alla quale poteva sottrarsi ‘ai clamori del mondo e all’infernale tormento dell’odio’.Tutto ciò che gli resta adesso è il futile potere che segnerà il suo destino. Conosce così il sentimento dell’orrore e dell’inerzia di vivere. E della spietatezza. Caligola è l’uomo allo specchio, spogliato di tutti i valori, in contrasto con la sua stessa vita. Supera i limiti di se stesso per ricercare il senso della sua esistenza. Consapevole d’esser colpevole, consapevole di quel disprezzo con cui ha alimentato il suo governo, organizza e attua lo spettacolo vivente delle sue pene amare.
giovedì 3 settembre 2015
Ass. Cul. XENIA
VERSUS DANTE
Discesa nella Commedia dantesca
con Alessio Caruso
e con Agnese Ciaffei, Federica Di Marco, Angelo Galdi, Eleonora Lausdei
Luci Stefano Stacchini
Costumi Capannone Molière
Musiche e Regia Paolo Pasquini
Una Commedia rovesciata. Un viaggio in cui il Paradiso è l’Eden perduto e la selva, di contro, l’unico approdo possibile: terra oscura e senza diritte vie. Desolata, forse. Ma vera. Reale. Immanente. Un viaggio a ritroso, dunque, lungo dieci canti – tre dal Paradiso, tre dal Purgatorio, tre dall’Inferno più un epilogo – sostenuti da musiche originali del regista e autore Paolo Pasquini. Interprete è Alessio Caruso, nel mezzo di un cammino che riattraversa canti celebri come quelli di Francesca, di Casella o di Beatrice, nell’ottavo cielo, e al contempo dà voce alle domande radicali poste a Dio dall’invettiva di San Pietro, dall’apostrofe all’Italia e da Capaneo, dannato fra i bestemmiatori. Un percorso umano ritagliato dentro il poema divino. A volte, anche, contro il poema divino. Dunque: contro Dante. Dunque: versus Dante.
domenica 6, lunedì 7 e martedì 8 settembre 2015
Le Terre di Mezzo
I BARBARI - Il racconto dello straniero
regia Gianpiero Borgia
in collaborazione con Fabrizio Sinisi
Fra le molte popolazioni che composero la civiltà romana, i Messapi fu non solo una delle più antiche, ma anche di quelle che più di altre mantennero la propria autonomia culturale. La Messapia – che significa letteralmente “terra fra due mari” – è oggi la possibilità di un lavoro che metta al centro il concetto di periferia, di estraneità: di un’estraneità che costituisce una strada alternativa, unica e particolare, per arrivare al centro, e saperlo interpretare. Il centro è la contemporaneità, e l’estraneità è quella del territorio messapico, la cui forte alterità rispetto al “canone” nazionale costituisce una fecondissima strada di lavoro.
Si costituirà perciò un percorso creativo che abbia come suo centro il tema della “estraneità e periferia nel mondo antico”. Dai Persiani ai Centauri fino alle Baccanti, il mito greco offre moltissimi spunti di approfondimento sul tema. Ma soprattutto Medea, simbolo del mondo “barbaro” – ovvero di tutto ciò che non è integrato nel sistema – sarà il filo conduttore del percorso: fino ai temi di “estraneità” più vicini al presente, come la tragica emergenza dei migranti.
BIGLIETTI: Posto Unico non numerato € 10,00
I biglietti possono essere prenotati telefonicamente e acquistati presso SS. Stefani prima dello spettacolo
Apertura Botteghino ore 19.00
Ingresso ore 20.30 - Sipario ore 21.00
Info e prenotazioni:
Compagnia Salvatore Della Villa 327.9860420/320.7448447