Se volessimo ricercare la basi che sorreggono l’accurata ricerca storica, etnografica e musicologica curata da Biagio Putignano, compositore e docente di Composizione al Conservatorio «Niccolò Piccinni» di Bari, confluita poi nella pubblicazione dal titolo «Tota pulchra es Maria» (Moon Edizioni), esse sarebbero certamente canto e amore. Si tratta di un certosino lavoro di studio, ricerca e restituzione dell’«Inno a Maria Ss. Immacolata» che Giuseppe D’Elia (1878-1962) compose nel 1952 in onore dalla «Madonna Nostra» di Carmiano, che Putignano ha portato a compimento su richiesta dell’omonima Arciconfraternita del paese in occasione dei cento anni dalla fondazione del sodalizio. Amore dunque, di una comunità cittadina verso la propria Patrona, e canto, quello sacro, manifestato in onore della Protettrice.
Ma anche amore di Putignano per la musica e per la memoria, quella legata alla storia del suo paese. Da un’opera «in fieri», iniziata negli anni Ottanta quando, armato di taccuino, raccolse le prime testimonianze orali in paese, poi interrotta in quelli del Conservatorio, Putignano ha saputo con grande abilità, una volta ripresa in mano, trarre una pubblicazione gradevolissima alla lettura e di grande impatto emotivo che pone come sfondo ideale di una onesta analisi dell’Inno, i tasselli fondamentali della storia musicale del paese: la sua banda musicale, della quale riporta storia e, addirittura, nomi e strumenti dei 40 musicanti; gli inni sacri: a san Giovanni Battista, al Beato Bernardino Realino, delle Terziarie, per la nuova Chiesa di Carmiano, composizioni autografe originali commissionate dalle Confraternite locali e costudite nella biblioteca personale di Putignano. E poi ancora i sacerdoti cantori, organi e organisti del paese e le «scholae cantorum», per parlare poi degli intrecci tra musica e politica e dedicare una buona parte alla vita di D’Elia e dell’autore del testo dell’Inno, don Luigi Marino. Si giunge cosi, dopo essersi lasciati trasportare dal fascino della storia, che riporta ad un passato lontano, all’analisi vera e propria dell’Inno, di cui Putignano ne riporta copia anastatica della partitura originale e la ricostruzione della stessa. «Tota pulchra es Maria» si colloca pertanto, con estrema versatilità, tra libri di saggistica, testi musicali e storia patria, uno strumento considerevole per ricostruire le radici di un popolo e preservarle dall’infido mare dell’oblio in cui la memoria rischierebbe altrimenti di far naufragio.