
Allora, gli artisti, sulle tracce dei grandi poeti si cingono amichevolmente intorno alle oltre cinque milioni di piante secolari, pigliandosene cura, rimarcandone le sagome, denunciandone l’abbandono, ricambiando l’energia di virgulti radicali, origine della loro stessa linfa, con tutte le espressioni e l’impegno possibile.
Movimenti nati per caso, attraverso sobborghi rurali, densità di profili, nobili e audaci, che da anni ribadiscono le solite angosce: lavori non rinumerati, basso prezzo dell’olio, sottrazione di spazi naturali, abbattimenti di alberi e tanto altro ancora da scoprire.
Allora in Puglia accade qualcosa di autentico, parte un bastimento carico di speranze che coinvolge soprattutto gli artisti; si raggruppano i comitati sotto l’egida di vetustà olivate che diventano da oggi, autorevoli e competenti portavoce di un territorio.
Sono informazioni per una Puglia migliore, apartitica, animata da idee e proposte che trovano a sorpresa adesioni importanti con l’assidua raccolta di firme, con un amabile grinta e la voglia di cambiare. Sono segnali forti che giungono soprattutto dal mondo della poesia, della pittura o dell’artigianato, sentimenti e tradizioni tramandate con la semplicità di una musica popolare, con il disegno di una matita su un foglio o con il versificare libero a difesa di una civiltà rurale fin troppo discriminata.
di Mimmo Ciccarese