Con oltre 25 monumenti megalitici, l'area archeologica di Giurdignano è la più vasta del paese, tanto da essere soprannominata la Stonehenge italiana. Una visita al parco, tra dolmen e menhir, è d'obbligo per chi volesse conoscere il Salento. Dotato di un impianto d'illuminazione, il parco archeologico è fruibile anche di notte. Si contano sette dolmen e diciotto menhir o pietrefitte molto alte. Le origini e le funzioni di questi monumenti preistorici sono ancora avvolte nel mistero. Probabilmente, sui dolmen, usati come altari, vi si celebravano riti sacri o riti funebri.  Orfine, Grassi, Chiancuse e Peschio sono i nomi di alcuni dolmen. Ma tutto il territorio nei dintorni di Giurdignano è custode di testimonianze dell’età del bronzo e più antiche. A Minervino si può vedere il dolmen “Scusi”, il più grande della zona e ben conservato. La pietra di copertura ha un perimetro di circa 11 metri.
Verso il mare vi sono diverse grotte di origine carsica e marina, piene di stalattiti e stalagmiti, risalenti al neolitico. La Grotta dei Cervi a Porto Badisco è la più importante. Scoperta nel 1970, al suo interno sono state ritrovate iscrizioni e disegni neolitici fatti con guano di pipistrello. Per ragioni di tutela la grotta non è aperta al pubblico.
Nella grotta Romanelli, scoperta nel 1879 presso Santa Cesarea, sono state rinvenute ossa lavorate, pietre dipinte e graffiti. In particolare, una pietra dipinta con ocra rossa è considerata il più antico dipinto trovato in Italia. Ma vi si possono osservare anche fossili di elefanti, ippopotami, renne e pinguini. Tutto ciò dimostra come nella preistoria la flora e la fauna del Salento erano molto diverse da quelle attuali. Anche questa grotta non è visitabile. Infine, la grotta Zinzulusa, prima di giungere a Castro, è lunga 140 metri ed è ricca di bellissimi “zinzuli” (stalattiti e stalagmiti). All’interno il “corridoio delle meraviglie” ed il "duomo” sono le cavità più pittoresche. La grotta, anche essa di origini preistoriche, è visitabile. Altre interessanti grotte marine sono: la grotta Rotundella, la grotta Piccionara, la grotta Rondinella e la grotta Palombara.

Insomma, il nostro Salento ha origini antichissime che meritano di essere scoperte.                      

                                                                                           A cura di Stefano Bonatesta