Molto prima della meridiana, a scandire il tempo c’erano dei monoliti estratti da un unico banco roccioso con forma cilindrica o parallelepipeda erano alti da uno fino a dieci metri e venivano posizionati verticalmente oppure in modo orizzontale come per captare l'energia solare. Sono i menhir e i dolmen seminati lungo tutto il Salento, in particolare nella zona di Giurdignano dove esiste un vero e proprio giardino megalitico simile solo a quelli presenti in Irlanda, Galles, Devon, Cornovaglia, Francia, Spagna, Africa Settentrionale, Siria, Giappone.
I menhir sono dei totem preistorici ossia delle pietre alte e costituiscono uno dei reperti più importanti dell'età del bronzo. Nel passato avevano la funzione di meridiane ed erano indispensabili per registrare fasi e tempi astrali seguendo i solstizi e gli equinozi. Una celebre zona ricca di questi reperti è Giurdignano dove si contano più di 25 menhir tutti rivolti verso il mare. Partendo dalla piazza si può ammirare il maestoso menhir San Vincenzo, uno dei più alti dell'intero territorio giurdignanese, segue il menhir San Paolo così chiamato perchè posto su una cripta greca che custodisce alcuni affreschi raffiguranti San Paolo e la taranta. Proseguendo il tragitto per le vie di Giurdignano si incontra il menhir Croce della Fausa poi il menhir Vicinanze 1, dove ci sono cinque silos ovvero delle buche scavate nel banco roccioso utilizzate per lo stoccaggio delle granaglie.
I dolmen sono delle costruzioni composte da due lastre di pietra conficcate nel terreno e fanno da sostegno ad un ulteriore lastra posta orizzontalmente. Camminando verso Minervino si incontra quello che è stato il primo dolmen ufficiale d'Italia in quanto fu segnalato nell'800 alla comunità internazionale e si chiama dolmen Scusi soprannominato il “letto della vecchia” ossia un grande complesso di rocce sacre. La figura della vecchia è emblematica non a caso tale personaggio è presente in miti, feste calendariali ed è considerata come un'epifania della Grande Madre.
I celebri monumenti indicano dei rudimentali templi sui quali si poggiava la salma prima di essere introdotta nella tomba vera e propria scavata nel sottosuolo. Il termine dolmen deriva da dol che vuol dire tavola, men indica una pietra che in questo caso è volutamente povera di ornamenti e di orpelli ma con l’importante caratteristica di una scanalatura lungo il bordo del lastrone che finisce in una conca che serviva per raccogliere il sangue versato dalla vittima sacrificale. Gli aspetti magico tellurici riconducono a simboli propiziatori di certo suggestivi e legati persino ad una funzione astronomica la quale fino a poco tempo fa era negata dagli studiosi mentre oggi è ammessa universalmente anche grazie alla dimostrazione effettuata nel 1979 da Atkinson riguardo lo “Stonehenge”, un cerchio composto dalle pietre conficcate nel terreno.
Agli inizi del novecento sia i dolmen che i menhir subirono una sorta di cristianizzazione e molti di essi furono spostati dalla sede originaria come è accaduto per il menhir di Ussano, nei paraggi di Cavallino, che ha una sezione ottagonale con una lavorazione che indica la funzione di Osanna quindi caratterizzato da colonne votive tipiche del culto cristiano.
Nella seconda metà dell'ottocento lo studioso Cosimo De Giorgi fu il primo a compiere un censimento dei megaliti salentini, poi Paolo Maggiulli fece risalire dei nessi tra la cultura cattolica e i monoliti salentini così come indispensabili sono stati gli scritti di Giuseppe Palumbo.
di Paola Bisconti
I menhir sono dei totem preistorici ossia delle pietre alte e costituiscono uno dei reperti più importanti dell'età del bronzo. Nel passato avevano la funzione di meridiane ed erano indispensabili per registrare fasi e tempi astrali seguendo i solstizi e gli equinozi. Una celebre zona ricca di questi reperti è Giurdignano dove si contano più di 25 menhir tutti rivolti verso il mare. Partendo dalla piazza si può ammirare il maestoso menhir San Vincenzo, uno dei più alti dell'intero territorio giurdignanese, segue il menhir San Paolo così chiamato perchè posto su una cripta greca che custodisce alcuni affreschi raffiguranti San Paolo e la taranta. Proseguendo il tragitto per le vie di Giurdignano si incontra il menhir Croce della Fausa poi il menhir Vicinanze 1, dove ci sono cinque silos ovvero delle buche scavate nel banco roccioso utilizzate per lo stoccaggio delle granaglie.
I dolmen sono delle costruzioni composte da due lastre di pietra conficcate nel terreno e fanno da sostegno ad un ulteriore lastra posta orizzontalmente. Camminando verso Minervino si incontra quello che è stato il primo dolmen ufficiale d'Italia in quanto fu segnalato nell'800 alla comunità internazionale e si chiama dolmen Scusi soprannominato il “letto della vecchia” ossia un grande complesso di rocce sacre. La figura della vecchia è emblematica non a caso tale personaggio è presente in miti, feste calendariali ed è considerata come un'epifania della Grande Madre.
I celebri monumenti indicano dei rudimentali templi sui quali si poggiava la salma prima di essere introdotta nella tomba vera e propria scavata nel sottosuolo. Il termine dolmen deriva da dol che vuol dire tavola, men indica una pietra che in questo caso è volutamente povera di ornamenti e di orpelli ma con l’importante caratteristica di una scanalatura lungo il bordo del lastrone che finisce in una conca che serviva per raccogliere il sangue versato dalla vittima sacrificale. Gli aspetti magico tellurici riconducono a simboli propiziatori di certo suggestivi e legati persino ad una funzione astronomica la quale fino a poco tempo fa era negata dagli studiosi mentre oggi è ammessa universalmente anche grazie alla dimostrazione effettuata nel 1979 da Atkinson riguardo lo “Stonehenge”, un cerchio composto dalle pietre conficcate nel terreno.
Agli inizi del novecento sia i dolmen che i menhir subirono una sorta di cristianizzazione e molti di essi furono spostati dalla sede originaria come è accaduto per il menhir di Ussano, nei paraggi di Cavallino, che ha una sezione ottagonale con una lavorazione che indica la funzione di Osanna quindi caratterizzato da colonne votive tipiche del culto cristiano.
Nella seconda metà dell'ottocento lo studioso Cosimo De Giorgi fu il primo a compiere un censimento dei megaliti salentini, poi Paolo Maggiulli fece risalire dei nessi tra la cultura cattolica e i monoliti salentini così come indispensabili sono stati gli scritti di Giuseppe Palumbo.
di Paola Bisconti