La “Notte della taranta” è l’evento che racchiude il successo non solo del concerto in quanto inno alla musica popolare salentina ma è soprattutto la prova concreta che la nostra terra è riuscita a riemergere dall’abisso di solitudine in cui stava cadendo diventando una delle mete più ambite dai turisti. A parte le mode che possono essere passeggere il Salento sta dimostrando una continuità nell’offrire una vacanza intelligente ai numerosi turisti che raggiungono la terra bagnata dai due mari esprimendo una straordinaria capacità di accogliere lo “straniero” come uno di noi. Così uno dei momenti clou di un viaggio perfetto che si accosta alle belle spiagge, al buon cibo, agli interessanti eventi culturali, è di certo il ballo quindi la pizzica. Chiunque ne subisce il sortilegio, questo avviene in particolare in una notte, a Melpignano, dove il grande palco allestito nel piazzale dell’ex convento degli agostiniani ospita ogni anno grandi musicisti in grado di reinterpretare una musica che ha il potere di incantare. Quindici anni di storia della più grande manifestazione alla quale aderiscono più di 400.000 spettatori sono racchiusi in un gran bel libro “Tarantapatia. Le lunghe notti della taranta” scritto da Pierfrancesco Pacoda e pubblicato da Kurumuny insieme ad Affari Italiani Editore, che è la prima testata giornalistica on line. Pacoda ha origini salentine, vive a Bologna dove svolge l’attività di giornalista nonché di critico musicale ed è saggista, collabora per importanti testate come Affari Italiani, l’Espresso, il Resto del Carlino, la Stampa. La necessità di scrivere del Salento deriva da un’attenta osservazione della nostra realtà che caratterizza tutta la Grecìa Salentina dove seppur la vita scorre adeguata ai ritmi moderni possiede intrinseca un aspetto di tradizione, di passato, di storia che non potrà mai dissolversi, neanche le più potenti tecnologie ne sarebbero in grado, è l’anima di questa terra che la incontri fra le vie dei centri storici dei paesini, fra le campagne e gli alberi di ulivo, fra le facciate delle chiese e delle cappelle, la percepisci ogni volta che si sentono le percussioni di un tamburello. Ed è proprio quella musica che unisce non solo le persone ma il tempo, il passato si fonde al presente e si entra nell’oblio della mente dove il ritmo prende il sopravvento e ci fa ballare, saltare, roteare, sorridere, inebriare di gioia. Pierfrancesco Pacoda ricostruisce nelle 136 pagine del libro disponibile anche in e-book, tutta la storia del concertone partendo dagli esordi, da quando fu diretto da Daniele Sepe, il primo maestro, per poi passare il testimone a Stewart Copeland, Ambrogio Sparagna, Ludovico Einaudi e molti altri personaggi illustri del panorama artistico musicale come Goran Bregovic che il 25 agosto dirigerà il festival. Nel volume l’autore elogia anche Melpignano definendolo un modello di città virtuosa dove l’arte e l’economia si intrecciano. Nel piccolo paesino, infatti, alcuni cittadini hanno realizzato una rete di impianti fotovoltaici sugli edifici pubblici e privati del comune favorendo la scelta di una fonte di energia “green” e aumentando il tasso di occupazione fra la popolazione. L’esperienza così significativa e unica è stata raccontata e descritta dal sindaco in un libro “Muovere l’economia non sarà un’impresa”.

di Paola Bisconti