In un crescendo rossiniano ad altissimi effetti sonori/cardiaci, le grandi del calcio italico sono pronte ad azzannare il Lecce, da molti considerata una predestinata al capitombolo in serie B.

Solo nelle prime 9 giornate si sono concentrate le corazzate più potenti, che partendo da Inter, Napoli, Roma, Atalanta e Milan portano ai campioni della Juve, ospiti il 27 ottobre al Via del Mare.
Calendario beffardo o gradevolmente rispettoso di un finale alla portata competitiva di una neopromossa autonomamente attestata a compagine scomoda per sovvertire i pronostici?
Se il tempo ed i prati verdi restano i giudici sovrani nel decretare il livello di partecipazione al campionato massimo, le intenzioni di club, staff e tifoseria restano fortemente orientate a difendere il ruolo conquistato, senza cedimenti di sorta.
Non una partecipazione goliardica, una passerella da vittima predestinata, ma a partire dall'esordio a San Siro con la visita ad Antonio Conte, una strenua battaglia per quel posto al sole, frutto di meriti e sudore.
A tal riguardo siamo già infastiditi dagli epiteti anche autorevoli che contraddistinguono la partecipazione giallorossa come una fiaba, un miracolo ricevuto da chissà quale entità sovrannaturale, trascurando l'intrinseca forza di un gruppo che non si deve far contagiare da attestazioni riduttive e limitative.
Siamo ai soliti piagnistei camuffati da speranze capaci solo di fornire al gruppo stimoli dubitativi ed incertezze che noi respingiamo decisamente.