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La Cappella rupestre del Crocifisso a Cavallino si svela dopo i lavori di restauro, e con essa torna a splendere anche l’edicola votiva che insiste sull’antica via.
Fu eretta intorno ai primi anni del XVIII secolo e consiste in un vano rettangolare disadorno costruito in conci di tufo poggiati su un banco di roccia affiorante. Sulla parete interna frontale è presente un affresco raffigurante una Crocifissione inquadrata tra due pilastri che sorreggono un arco. Alla croce latina con il corpo del Cristus Patiens in primo piano fa da sfondo la raffigurazione di una città turrita (Gerusalemme) posta su una collina (il Golgota o Calvario). Si tratta di un’opera di una certa qualità artistica, ma di difficile datazione. Osservando il dipinto dal punto di vista stilistico si sarebbe portati a retrodatarlo, in quanto l’ignoto autore tradisce alcuni arcaismi, probabilmente derivanti da una prima formazione nell’ambiente ellenofono, impregnato di cultura greco-bizantina del Salento. Un autore che, inoltre, manifesta tratti di “espressionismo” di carattere “nordico” e che sembra possedere comunque una personalità vigorosa, una figura emblematica di una attitudine a contaminare lingue diverse, un parlar greco ed un parlare latino, per le comunità, come quelle del meridione italiano, capaci di intendere entrambi i suoni.
La Cappella è legata intimamente alla tradizione popolare di Cavallino. Era usanza dei cavallinesi recarsi in preghiera per rendere omaggio all’immagine il giovedì dopo Pasqua, e rappresentava la pasquetta dei Cavallinesi, che la denominavano «Lu riu subbra allu Crucefissu». Durante la giornata non mancavano poi le visite, soprattutto da parte di famiglie, e la recita del Santo Rosario da parte di donne devote. Nelle campagne circostanti intanto si tenevano le scampagnate da parte di brigate di giovani, mentre i bambini lanciavano per aria i loro aquiloni, complici le belle giornate di primavera. Poiché la Cappella del Crocifisso non era visibile dalla strada, per rammentarla ai passanti e suscitare un devoto cenno di saluto al Cristo, fu eretta sul ciglio della strada un’edicola in pietra scalpellinata a motivi floreali all’interno della quale, sulla parete di fondo, vi è la raffigurazione di una Crocifissione.
Intento del progetto di restauro e di recupero è stato quello di tutelare e valorizzare la Cappella, per il suo interesse culturale storico-artistico e demoetnoantropologico. Oltre al restauro dei due affreschi, è stata ricostruita anche la casetta adiacente la cappella, coperta con incannucciato ed embrici e piantumati alberi d’ulivo e di frutti che restituiscono all’area, una vecchia cava poi riempita con terra, l’aspetto originario.